Francine: about a girl.

Nell'ormai lontano 1977, nel primo pomeriggio di mercoledì 8 giugno, nacqui io.
Mi chiamo Francesca, ma solitamente le persone mi chiamano in questo modo solo se non sono in confidenza con la sottoscritta o se sono arrabbiate con me. Ecco perchè ho preferito presentarmi a voi come Francine: con questo nomignolo, gentilmente assegnatomi anni e anni or sono da un mio carissimo amico, possiamo subito ridurre le distanze.
Sono cresciuta in un piccolo paese al confine tra la provincia di Bergamo e quella di Milano, ma alla fine dello scorso novembre mi sono trasferita ad Abbiategrasso dove ora vivo con Andrea, il mio fidanzato.

Francine - Estate 1980
Dovete sapere che la mia famiglia non mangia semplicemente, ma ha quello che io definisco "il culto della pappa". Per mio padre ogni problema, sia fisico o psicologico, pratico o esistenziale, deriva da una scarsa nutrizione. La prima domanda che mi rivolge sempre quando lo sento al telefono è la seguente: "Hai mangiato?" La seconda, sempre più precisa e indagatrice è: "Cosa hai mangiato?"
Leggendari sono i pranzi che normalmente si tengono per le varie ricorrenze o festività nella mia famiglia: durano tutto il giorno, dalle 13 alle 22 circa.
Quello che per qualcuno è un piacere (e per altri una temibile tortura!) da noi è tradizione sacra e santa, ma non solo a casa dei miei genitori! Anche le mie zie portano avanti questa sorta di rito catartico in cui tutti ci troviamo per gustare buonissime leccornie, aiutare il cuoco o la cuoca di turno onorandone l'impegno e la bravura, dare una mano nell'allestire la tavola, riempire e svuotare svariate volte la lavastoviglie (indispensabile eroina in queste occasioni!) per poi salutarci, la sera, sorridenti, forse un po' affaticati e con il buon proposito di andare a smaltire in piscina ogni briciola, l'indomani.

Ho imparato a cucinare osservando. Prima le mie nonne (che però ci hanno lasciati molto presto...) a volte le mie zie, ma soprattutto mio papà. Sì, perchè in casa mia ha sempre cucinato lui mentre mia mamma ha il compito di consigliare quotidianamente il menu e dettare l'uso di ingredienti piuttosto che altri. E' una donna dai gusti difficilissimi!
Il Dolce forno Harbert è stato uno dei regali che da piccola ho desiderato con tutte le mie forze, e giocare con la frolla avanzata da mio papà in un giorno di creazioni culinarie era il massimo della soddisfazione. Mi domando ancora come i "cibi" potessero cuocere con quella lampadina!
Avevo anche dei preziosi utensili a misura di bimba: un mattarello, una mezzaluna (che conservo ancora!) e una rotellina per ravioli.
Crescendo ho iniziato a sperimentare in cucina (la mia famiglia, i miei compagni di classe e alcuni amici sono state cavie inconsapevoli per anni) e ora eccomi qui a continuare a farlo, forse solo in maniera più consapevole, circondata da persone che si divertono con me in queste attività tra la tavola e i fornelli.
Conosco Jo da un paio di anni, e quando mi ha proposto di aprire questo blog con lei non potevo che accettare con entusiasmo.

Bene, questo è il riassunto della mia storia in cucina, ma ora scenderò un po' più nel dettaglio... per chi ancora ha voglia di leggere...

Cosa mi piace: veder gonfiare  la sfoglia nel forno, i riflessi di luce nel cioccolato fondente fuso, alzarsi la mattina e venire inondata dal profumo di un dolce preparato la sera prima, il tè, le zucche, le castagne, la casa sempre piena di bella gente, rendere i miei davanzali simili a piccoli giardini, inventare nuove ricette, ridere fino a che non mi manca il fiato, il Natale, chiacchierare, le altalene, i boschi e il loro profumo, tutto ciò che brilla... compresi gli occhi di alcune persone, i libri... soprattutto quelli di cucina pieni di bellissime foto, Jane Austen, Monet, i Pearl Jam, la "Suite per Violoncello solo" di Bach, scrivere favole e racconti, il profumo della terra bagnata dalla pioggia estiva, conoscere persone e piatti nuovi, i viaggi con annesse capatine in negozi di alimentari e supermercati del luogo, fotografare tutto ciò che mi sembra bello, le fusa della mia micia, ecc... 

Cosa non mi piace: la trippa, le ostriche crude, i ravioli in brodo, l'uovo crudo o poco cotto, il tartufo (lo so, lo so! Per una buongustaia è una cosa che non ha senso... ma a me ricorda troppo l'odore del metano!), la caffeina, il Bloody Mary, perdere tempo a spolverare, le persone che criticano senza cognizione di causa, le cose non dette, le cose non fatte, chi ha una mentalità chiusa, chi ha dimenticato di essere stato bambino, chi è convinto di aver ragione sempre e riguardo ogni cosa, le persone cupe che vorrebbero incupire anche chi gli sta intorno, il freddo, il mese di gennaio, gli irrispettosi, chi non si fa mai sentire e poi, un bel giorno, ti scrive: "Ma dove sei finita?", ecc...

Ecco, direi che ora sapete di me tutto ciò che è importante sapere.
Felice di incontrarvi!

                                                                                                         Francine                                       





 
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